Il 2023 dell’Atletica Prato è partito sotto i migliori auspici.
La stagione infatti è iniziata nel segno dell’attività agonistica, ma anche delle collaborazioni con enti sportivi che condividono gli stessi valori della società situata in via San Martino per Galceti.
Tra di essi vi è la FISPES - Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali di cui l’allenatrice Rym Ziada è rappresentante e istruttrice specializzata. Un’avventura nuova per lei, che in questo anno sarà impegnata insieme a Marco Congiu protagonista del progetto in veste di atleta. Anzi, di primo atleta paralimpico dell’Atletica Prato.
“Nel settembre scorso ho ottenuto il brevetto per tecnico istruttore, superando anche l’esame che mi ha dato la possibilità di lavorare insieme a Marco - Ha spiegato Rym Ziada - È stata fin da subito una sfida appagante perchè ho avuto la possibilità di mettere in pratica una nuova metodologia. In seconda battuta ho offerto il mio contributo ad un ragazzo voglioso di imparare attraverso quelle competenze che ho costruito attraverso lo studio universitario in Scienze Motorie. Il lavoro tecnico si è focalizzato inizialmente sugli aspetti preliminari dell’atletica. Quindi allenamenti di rinforzo muscolare, mobilità e anche adattamento alla protesi. Per adesso non siamo proiettati sui risultati e ci stiamo prendendo il nostro tempo, così da poter gettare le basi in vista del prossimo futuro agonistico.”
L’approdo di Marco alla pista è stato graduale. Nel suo passato sportivo si registrano molte attività, tra cui il calcio, la mountain bike, lo sci e l’escursionismo. Tutte discipline che lo hanno coinvolto ed appassionato per tanto tempo e che rischiavano di non poter essere più svolte.
Nel 2013 Marco è incappato in un incidente che gli ha cambiato la vita. Con tenacia ha trasformato l’iniziale difficoltà dalla protesi alla gamba sinistra nell’opportunità di raccogliere una nuova sfida.
“Sono arrivato all’impianto Mauro Ferrari all’inizio di settembre 2022 e ho iniziato a fare le sedute di allenamento con un approccio graduale. L’atletica si sposa molto bene con le esigenze di chi ha una protesi, perché non prevede traumi significativi o situazioni difficili da gestire come potrebbe avvenire in tutti quegli sport dove le caratteristiche del gioco richiedono cambi di direzione, salti o situazioni più articolate. Tutti fattori che renderebbero molto difficili i miei movimenti. Invece attraverso la corsa posso continuare a fare attività motoria e allo stesso tempo non rischiare infortuni.”
Vuoi per la vicina residenza al campo di allenamento, vuoi perché Marco è sempre stato uno sportivo, l’incontro tra le due parti non poteva che essere proficuo. Rym e Marco si sono immersi totalmente nella nuova esperienza, non prima di aver impostato tutte le attività propedeutiche alla performance.
“A 35 anni il mio rapporto con l’atletica è contraddistinto prima di tutto da una grande curiosità - ha proseguito Marco - Non ho ancora scelto una disciplina vera e propria, ma vivo ogni allenamento intenzionato a scoprire i miei limiti, magari superandoli con la voglia di fare sempre meglio. Credo che chiunque abbia una protesi dovrebbe mettersi in gioco, fare sport per rimanere attivo e trovare nuovi stimoli.”
Proprio su questo aspetto è intervenuta Rym, che ha confermato la bontà dello sport paralimpico come esercizio valido a favorire le relazioni sociali e cercare un riscatto.
“Ci sono tante forme di disabilità che non sono minimamente un ostacolo alla pratica sportiva. Sta tutto nella capacità di adattamento e nella voglia di mettersi in gioco, anche quando il destino ti mette di fronte a degli eventi che non avresti mai preventivato. Spero che l’esempio di Marco rappresenti l’inizio di un percorso sempre più ricco di partecipazione sul nostro territorio. Il mondo paralimpico infatti ha tanto da insegnare a noi tecnici, perché ci mette di fronte a persone speciali che insegnano ad affrontare la vita con una motivazione fortissima.”